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Davide Mangani: una sfida ai limiti per ricordare e sensibilizzare sull’Alzheimer

Il prossimo 21 giugno, Davide Mangani, ricercatore immunologo di origini italiane che oggi vive e lavora a Bellinzona, affronterà lo SwissMan, uno dei triathlon più estremi al mondo, con il cuore colmo di ricordi e speranza.
Il suo obiettivo è raccogliere fondi per la ricerca sull’Alzheimer, ma soprattutto provare ad abbattere il silenzio che spesso avvolge questa patologia, talvolta ignorata o nascosta per vergogna.
“Il 21 giugno, San Luigi, è il giorno in cui ricorre l’onomastico di mio padre, ho colto questa data come un segno. Papà è scomparso 11 anni fa a causa di una forma giovanile di Alzheimer, l’anno successivo anche mio zio Federico ci ha lasciati, colpito dalla stessa patologia. Partecipare a questo triathlon è il mio modo per onorare la memoria di entrambi e per dimostrare che possiamo superare i nostri limiti, anche quando la vita ci mette davanti sfide apparentemente insormontabili. È il mio modo di tenerli accanto e di provare a dare voce a chi, come me, affronta ogni giorno il dolore della perdita” racconta Davide.

Lo SwissMan non è una gara qualunque, consiste nel nuotare per 4 km in acque libere, nel percorrere in bicicletta 180 km con quasi 4.000 metri di dislivello e nel correre una maratona con 2.000 metri di dislivello. Una prova al limite della resistenza fisica e mentale, che Davide ha scelto di affrontare come metafora della sfida che una malattia come l’Alzheimer pone a mente e corpo.

“Quando penso a mio padre – aggiunge Davide – ricordo la sua passione per la chitarra e per la musica blues. Accanto a lui rammento le lunghe estati, di quelle che da ragazzo sembrano non finire mai, e le gite spensierate sulla sua auto cabrio. Con mio zio Federico e il suo cane Steve, invece, andavo a camminare in montagna, sulle cime dell’Aspromonte e della Sila. Ho ancora negli occhi quei paesaggi e nelle orecchie le nostre risate. Sono ricordi indelebili che voglio mantenere vivi anche attraverso questa impresa. Nulla riporterà indietro mio padre o mio zio, ma posso trovare la forza di onorarli ogni giorno della mia vita”. Oggi, accanto a Davide in questo percorso carico di significato, c’è la madre Giovanna, pilastro fondamentale e supporto costante.

La sua iniziativa non si ferma alla competizione sportiva. Davide intende condividere ogni fase del suo percorso di allenamento, i suoi pensieri e le sue emozioni sui social media, in modo da alimentare intorno al tema della demenza una rete di consapevolezza e solidarietà. “Vorrei organizzare un collegamento con le associazioni Alzheimer in Italia, Svizzera e oltre oceano, e lanciare una raccolta fondi da devolvere interamente alla ricerca sull’Alzheimer. Il messaggio che voglio dare alle famiglie che affrontano questa condizione è di speranza, a loro voglio dire che non sono soli e che insieme possiamo collaborare per costruire una comunità più attenta e più inclusiva” spiega. Un pensiero che si fa missione: “La memoria dei nostri cari, proprio quella memoria che vacilla sotto i colpi di questa patologia, possa rimanere forte nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Che sia un promemoria non solo delle nostre fragilità, ma anche della nostra capacità di andare oltre i nostri limiti.”

La Federazione Alzheimer Italia è al fianco di Davide con entusiasmo in questa sua impresa che è un esempio straordinario di come la determinazione personale possa trasformarsi in un motore di sensibilizzazione collettiva.

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