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La storia di Carlo: esempi di strategie e consigli pratici per continuare a svolgere le attività quotidiane
Qualche mese fa, Giovanna si è rivolta a noi in cerca di consigli e suggerimenti perché suo marito Carlo iniziava ad avere delle difficoltà nell’orientamento domestico, in particolare a raggiungere il bagno, durante la vestizione e nel momento del pasto:
“Ho notato che mio marito presenta maggiori difficoltà nello svolgere azioni quotidiane: spesso a casa non riesce a trovare il bagno oppure, quando lo raggiunge, non sa più dove buttare la carta igienica, quindi la getta a terra oppure la mette in tasca. Spesso non ha appetito, mangia soltanto se molto stimolato e a tavola ha difficoltà a svolgere autonomamente azioni semplici come versare la giusta quantità di olio nel piatto. Anche vestirsi da solo è diventato molto più complesso del solito: ultimamente Carlo mette molto spesso i vestiti al contrario, non ricorda l’ordine con cui indossare gli indumenti. Sono stanca, mi sembra tutto troppo difficile e spesso, pur di semplificare la nostra quotidianità, mi sostituisco a lui. Come potrei fare per aiutarlo a conservare le autonomie senza, però, cadere in un vortice di stress?”
Durante la prima consulenza, che si è svolta al telefono, la nostra Terapista Occupazionale si è concentrata sulla descrizione dell’ambiente domestico: Giovanna ha descritto una casa molto grande composta da molte stanze; il bagno, la stanza che Carlo fatica a trovare si trova effettivamente molto distante dal salotto e per raggiungerlo è necessario attraversare interamente la cucina. Sono state poi analizzate tutte le tematiche, una alla volta, in modo da fornire consigli pratici mirati e specifici per Carlo.
Per facilitare l’orientamento in casa è stato consigliato a Giovanna di creare un percorso apposito fino al bagno, applicando sul muro un nastro adesivo rosso e apponendo sulla porta del un cartello dotato di scritta (“bagno”) e immagine di un wc, in modo. È stato inoltre suggerito di realizzare un cartello con istruzioni per utilizzare correttamente la carta igienica, in modo che Carlo non la lasci sul pavimento o non la metta in tasca.
Per facilitare l’alimentazione di Carlo, sono stati suggeriti piccoli accorgimenti per stimolare l’appetito e la condivisione del momento del pasto: utilizzare una tovaglia di colore neutro e piatti e posate privi di particolari rifiniture o disegni in modo da facilitare l’identificazione delle stoviglie; dare istruzioni sui gesti da compiere; stimolare l’alimentazione tramite l’imitazione; commentare il cibo con giudizi positivi e incoraggianti in modo invogliare Carlo a mangiarlo. Poiché Carlo tende a non iniziare il pasto autonomamente, viene consigliato a Giovanna di preparare la forchetta nel piatto prima di sedersi a tavola insieme oppure di stimolare l’inizio dell’azione prendendo la sua mano e guidandola fino alla bocca, come a supportarlo fisicamente nel gesto, fino a quando non lo porti a compimento senza aiuti. Inoltre, date le difficoltà incontrate a utilizzare le posate in maniera coordinata, si è consigliato di sminuzzare/tagliare il cibo affinché sia consumabile con qualunque posata, facilmente e senza ferirsi. Per consentire a Carlo di condire i piatti in autonomia, consigliato di preparare in piccoli bicchierini la quantità di olio necessaria per ogni pietanza.
Per attenuare le difficoltà riscontrate nell’abbigliamento, la nostra Terapista consigliato a Giovanna di suggerire a Carlo la procedura a voce, di disporre i vestiti in ordine sequenziale sul letto, di utilizzare in generale abiti comodi e facili da indossare, ma soprattutto di non evidenziare gli errori che Carlo commette durante la vestizione per non affliggerlo e scoraggiarlo.
A 15 giorni di distanza da questa prima consulenza, la nostra Terapista Occupazionale ha organizzato un secondo incontro, questa volta direttamente al domicilio di Giovanna e Carlo, per verificare che le strategie fossero state messe a punto correttamente e osservare eventuali risultati. Grazie ai consigli forniti e all’impegno di Giovanna, dopo due settimane Carlo è tornato a riconoscere la stanza da bagno, ma il dato davvero interessante è un altro: attraverso la messa in pratica di questi piccoli accorgimenti, Giovanna ha capito che per Carlo è molto più facile capire le azioni quando queste sono spiegate attraverso le immagini e non per mezzo delle parole. Ecco, dunque, che sono stati realizzati dei disegni per spiegare a Carlo il corretto uso della carta igienica e la giusta sequenza per abbigliarsi. Davanti a questi nuovi cartelli, Carlo è sembrato da subito molto meno confuso e più fluido nel portare a termine le attività.
La visita al domicilio ci ha permesso di entrare maggiormente nella quotidianità di Giovanna e Carlo, collaborare in maniera diretta con loro ed avere un riscontro immediato della funzionalità di alcune strategie consigliate.
Per quanto possibile, raccomandiamo alle associazioni territoriali che si occupano di demenza di includere nel loro team di lavoro una Terapista Occupazionale, perché si tratta di una figura chiave, anche se ancora poco riconosciuta, per il supporto alle persone con demenza e a chi si prende cura di loro!
Foto di Tadahiro Higuchi su Unsplash