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La storia di Anna: quando l'adoperarsi in attività quotidiane diventa eccessivo e come gestirlo in modo efficace

Qualche mese fa, Paola si è rivolta a noi in cerca di consigli e suggerimenti per gestire un comportamento della madre:

Mia mamma si chiama Anna, ha 80 anni e tre mesi fa ha ricevuto una diagnosi di Alzheimer. Da qualche settimana, ogni giorno intorno alle 17.00 di punto in bianco inizia a rassettare casa. Non ci sarebbe nulla di anomalo se non fosse che quando non trova i prodotti per pulire, perché non ricorda dove sono conservati, si arrabbia fuori misura. Inoltre molto spesso si mette in pericolo nel tentativo di pulire vetri e mensole e non riesco a dissuaderla dal salire e scendere da sedie e scale, se non a costo di innescare discussioni molto accese. Cosa posso fare?”.

Per capire la motivazione di questo comportamento e identificare una soluzione adeguata, la nostra Terapista Occupazionale ha chiesto maggiori informazioni sulla vita di Anna, scoprendo che nel corso della sua vita, la donna si è sempre dedicata con solerzia al lavoro e alla gestione della casa. Le sue giornate sono sempre state suddivise tra lavoro (era una maestra alle scuole elementari), cura della casa e della famiglia.
Paola racconta che una delle più grandi soddisfazioni di sua mamma era proprio quella di avere una casa sempre pulita e in ordine, in particolar modo quando si ricevevano ospiti. Scavando più a fondo, Paola ha poi rivelato che la pulizia della casa faceva parte della routine quotidiana di Anna che si dedicata a quell’attività ogni sera, appena tornata dal lavoro.

Da ciò che ha raccontato Paola, la Terapista ha dedotto che per Anna pulire la casa sia un bisogno, una necessità che sente da tutta la vita: impedirglielo equivarrebbe a costringerla a rinunciare a una parte di lei.
Per migliorare la situazione in casa ed evitare esplosioni di rabbia e frustrazione, la specialista ha consigliato a Paola di fare in modo che Anna abbia sempre a disposizione il necessario per pulire casa, posizionando gli strumenti in un angolo specifico della casa perché possano essere facilmente individuabili. Per quanto riguarda, invece, i lavori più pericolosi, viene consigliato di comunicare strategicamente, senza impedire categoricamente di svolgere un’attività ma offrendo il proprio aiuto oppure sviando l’attenzione con frasi come “Mamma, se vuoi possiamo farlo insieme” oppure “Mamma, penso io alla pulizia dei vetri. Perché non spolveri le mensole più in basso, lì si accumula sempre tanta polvere?”.

Il confronto con la nostra Terapista, poi, ha rappresentato per Paola anche un momento di sfogo e conforto. La signora, che vive a casa con entrambi i genitori, ci racconta di non avere più spazi completamente per sé, dal momento che la sua giornata si divide tra ufficio e lavoro di cura della mamma. Una volta tornata a casa dal lavoro, infatti, Paola si occupa quasi totalmente dell’accudimento di Anna, per sollevare dall’incarico suo papà. Le piacerebbe riprendere a suonare il pianoforte e fare trekking con il suo gruppo di amici, ma il tempo è sempre troppo poco e il senso di colpa verso i suoi genitori molto.
Considerato che è una donna nel fiore degli anni, la nostra esperta ha suggerito a Paola di “sforzarsi” di ricavare nella sua routine dei momenti dedicati esclusivamente a se stessa con cadenza regolare: una sera a settimana o una giornata nel weekend per soddisfare i suoi bisogni.

Ed ecco un nuovo filo che lega madre e figlia: come per Anna ordinare la casa è fonte di beneficio, così per Paola svolgere delle attività piacevoli può essere un modo per trovare sollievo dalle difficoltà quotidiane.

La nostra Terapista Occupazionale fornisce strategie e consigli pratici per e semplificare la quotidianità di chi convive con la demenza (igiene personale, vestizione, gestione dei pasti, attività quotidiane, adattamento degli ambienti ecc.). Per prenotare un appuntamento, basta chiamare Pronto Alzheimer allo 02 809767.