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Linea Guida “Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment” dell’Istituto Superiore di Sanità: ecco i tre punti chiave
Dopo tante domande ricevute, proviamo a dare qualche risposta sulla Linea Guida per la “Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment” del sistema nazionale delle Linee Guida a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicata all’inizio di quest’anno.
IN COSA CONSISTE LA LINEA GUIDA
Si tratta di una raccolta imponente, di oltre 500 pagine, che risponde a 24 domande principali e 47 secondarie, con 167 raccomandazioni e 19 raccomandazioni di ricerca: da questa miniera di informazioni in questo articolo proviamo a sintetizzare le evidenze a nostro avviso più interessanti dal punto di vista della diagnosi e del trattamento delle persone con demenza.
COME MAI LA PUBBLICAZIONE DI UNA LINEA GUIDA NAZIONALE E’ UNA NOTIZIA IMPORTANTE
La pubblicazione di una Linea Guida nazionale per la demenza è un avvenimento importante perché definisce, sulla base di evidenze scientifiche controllate, che cosa è bene fare e che cosa invece non va fatto per diagnosticare e curare le persone che ne sono colpite. Questo significa che per la diagnosi e il trattamento delle persone con demenza tutti i medici e gli altri operatori sanitari dovranno agire sulla base di questa Linea Guida che dà loro delle indicazioni operative chiare.
I TRE PUNTI CHIAVE: DIAGNOSI, TERAPIA FARMACOLOGICA, TERAPIA NON FARMACOLOGICA
Da questo prezioso materiale, abbiamo tratto tre punti chiave che riguardano la diagnosi, la terapia farmacologica e la terapia non farmacologica:
• diagnosi: per la diagnosi è necessaria la valutazione clinica e neuropsicologica. Non si può fare diagnosi di demenza con esami strumentali: gli esami che si eseguono di routine al momento della diagnosi (esami del sangue e TAC o RMN cerebrale) servono per escludere cause trattabili che potrebbero causare i sintomi cognitivi. Non esiste un esame che sia del sangue, del liquor o con la Risonanza Magnetica o la PET, che indichi se una persona è colpita da demenza oppure no. Tuttavia, queste indagini possono utili per distinguere la demenza di Alzheimer da altri tipi di demenza.
• Terapia farmacologica: a oggi sono di provata -ancorché limitata- efficacia solo i farmaci sintomatici come gli anticolinesterasici e la Memantina. Non sono disponibili altri farmaci con l’indicazione di cura per la demenza di Alzheimer né per altre demenze. Vi sono nuovi farmaci che agiscono su un substrato biologico rimuovendo la beta amiloide, una sostanza proteica cerebrale che si pensa sia causa della malattia, ma a oggi queste terapie non sono ammesse dall’EMA -European Medicines Agency-, l’ente europeo che autorizza i nuovi farmaci, e la Linea Guida raccomanda di non usarli.
• Terapia non farmacologica: vi sono evidenze sufficienti per raccomandare la terapia non farmacologica sia alle persone con demenza sia alle persone con deterioramento lieve (Mild Cognitive Impairment). La terapia non farmacologica tratta il deficit cognitivo sia attraverso la stimolazione cognitiva, che applica un approccio globale, sia con il training cognitivo, che interviene su specifiche funzioni psichiche. Per entrambe le attività la Linea Guida fornisce una raccomandazione “forte positiva”, che significa che il loro possibile utilizzo andrebbe sempre valutato.
Anche per i sintomi non cognitivi e comportamentali l’intervento non farmacologico ha una dimostrata utilità per ridurre la gravità e la frequenza di questi sintomi. Nella Linea Guida viene raccomandato di valutare sempre le possibili cause di distress sia personali sia ambientali che possono causare il comportamento, per poi offrire interventi psicosociali e ambientali per promuovere il comfort e ridurre il distress.
In entrambi i casi, intervento su sintomi cognitivi e intervento su sintomi non cognitivi, la Linea raccomanda di attuare sempre interventi personalizzati che tengano conto delle preferenze e della personalità della persona con demenza.