Non ricordo se ho ucciso
Alice LaPlante
Fazi Editore - Roma, 2012
302 pagine
www.fazieditore.it
Una tragedia (la malattia di Alzheimer) nella tragedia (un omicidio). La vittima é Amanda, che viene trovata uccisa con le dita di una mano chirurgicamente amputate. La principale sospettata é Jennifer White, famoso chirurgo ortopedico in pensione oggi sofferente di Alzheimer, grande amica di Amanda.
Co-protagonisti di questa vicenda umana, per alcuni aspetti allucinante ma senza dubbio avvincente, sono i figli di Jennifer, Mark e Fiona, l’infermiera Magdalena e, sullo sfondo, il defunto marito James. E ovviamente Amanda che, man mano la matassa della storia si dipana, appare essere stata più nemica intrigante che amica sincera di Jennifer.
Il testo descrive in modo incisivo uno spaccato di vita e di relazioni come lo racconterebbe Jennifer, se fosse ancora in grado di farlo. Il finale lo lasciamo al lettore che, ne siamo certi, leggerà il libro tutto d’un fiato.
"Alice LaPlante ci conferma che un malato di Alzheimer resta sempre un individuo. La controprova? Può essere sospettato di omicidio. Come chiunque di noi". Commenta Gabriella Salvini Porro, Presidente della Federazione Alzheimer Italia.
Alice LaPlante insegna alle Università di Stanford e di San Francisco. Per “Non ricordo se ho ucciso” ha ricevuto il Wellcome Trust Book Prize 2011, importante riconoscimento della presenza del mondo medico e scientifico nella letteratura.
Alla Federazione Alzheimer Italia verranno donati 2 euro per ogni copia venduta nei negozi online e il 10 per cento del prezzo di copertina su ogni ebook venduto.
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