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La ricerca scientifica è
l’unico investimento per poter sconfiggere alla base
la malattia di Alzheimer


Avremmo voluto aprire il discorso sulla donazione del cervello già anni fa, ma siamo stati trattenuti dal rispetto di una cultura non sufficientemente preparata a recepire un tale messaggio. Oggi, tuttavia, leggendo, ascoltando i commenti sull’argomento ai vari livelli, e soprattutto seguendo quanto avviene negli altri paesi, ci sembra sia giunto il momento di aprire un franco dibattito. Comprendiamo che l’argomento possa ancora turbare le coscienze. L'accettazione degli espianti disturba la sacralità dell'uomo e pone il suo rapporto verso il culto delle sepolture e della conservazione ideale sotto una luce diversa. Non è dubbio che l'inizio della civiltà, della speculazione mentale, fu anche l'inizio delle sepolture, imbalsamazioni, cremazioni, ossia di riti che chiariscono il concetto raggiunto della dignità dell'uomo per l'uomo. Il profanare le salme è stato sempre considerato uno dei delitti più infamanti. Ora si è creato un nuovo rapporto tra l’uomo e il suo corpo che ha prodotto e sta producendo un cambiamento epocale di atteggiamento verso questi problemi. Un movimento popolare in questo senso, bilancerebbe il senso ancestrale di angoscia e servirebbe per fare coscienza e, di conseguenza, creare disponibilità non solo materiale, ma soprattutto solidale. Vorrei che questo dibattito continuasse non spinto da ideologie di parte, ma con l’obiettivo concreto e solidale di unire le forze: malati, familiari, ricercatori per cercare di avvicinarsi alla soluzione del problema della malattia di Alzheimer.
Invito i nostri associati ed amici sostenitori, così come i ricercatori ad inviare i loro commenti.

Gabriella Salvini Porro

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