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RAPPORTO MONDIALE ALZHEIMER 2011
I tre quarti dei 36 milioni stimati di persone con demenza nel mondo non ricevono una diagnosi e
non beneficiano né di informazioni né di trattamenti. Una diagnosi precoce potrebbe far risparmiare
10.000 dollari per malato.Lo denuncia il Rapporto Mondiale Alzheimer 2011 presentato in occasione
della XVIII Giornata Alzheimer, che si celebra ogni anno il 21 settembre


Milano, Londra e New York, 13 settembre 2011 – Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2011 “I benefici di diagnosi e interventi tempestivi” diffuso in contemporanea da Alzheimer’s Disease International (ADI), Alzheimer’s Association USA e Federazione Alzheimer Italia in occasione della XVIII Giornata Mondiale Alzheimer, denuncia che:
  • i tre quarti dei 36 milioni stimati di persone con demenza nel mondo non hanno una diagnosi e perciò non possono beneficiare di trattamenti, informazioni e cure. Nei Paesi ad alto reddito solo il 20-50% dei casi di demenza sono riconosciuti e documentati. Nei Paesi a basso e medio reddito la percentuale è del 10%;
  • la mancata diagnosi è spesso il risultato della falsa convinzione che la demenza sia parte del normale invecchiamento e che non ci sia nulla da fare. Al contrario, il Rapporto dimostra che trattamenti mirati possono fare la differenza, anche nello stadio iniziale della malattia;
  • farmaci e interventi psicologici possono migliorare cognitività, indipendenza e qualità di vita delle persone con demenza allo stadio iniziale. Supporto e counselling ai familiari possono migliorare l’umore, ridurre lo stress e ritardare l’istituzionalizzazione delle persone con demenza;
  • i governi, preoccupati per l’aumento dei costi delle cure a lungo termine della demenza, dovrebbero “spendere ora per risparmiare più tardi”. Sulla base di una revisione delle analisi economiche, il Rapporto stima che la diagnosi tempestiva potrebbe far risparmiare fino a 10.000 dollari per malato nei Paesi ad alto reddito.
Il Rapporto, redatto da un gruppo di ricercatori guidati dal professor Martin Prince dell’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra, contiene la revisione globale e sistematica, prima in assoluto, delle evidenze sulla diagnosi e sugli interventi tempestivi nella malattia di Alzheimer. Conclusioni? La maggior parte delle diagnosi di demenza attualmente viene effettuata con grave ritardo provocando un altrettanto grave “ritardo nel trattamento”. Ciò limita molto l’accesso a informazioni, terapie, cura e sostegno e aggrava i problemi di tutti i soggetti coinvolti: malati, familiari, società e sistemi sanitari.

A questo scopo ADI raccomanda ai Paesi di tutto il mondo di adottare una strategia nazionale adeguata sull’Alzheimer e sulla demenza in generale. Più in particolare i governi devono:

  • promuovere tra i medici e gli altri professionisti dei servizi sanitari competenze di base per diagnosticare tempestivamente la demenza;
  • creare network di centri diagnostici specialistici per confermare la diagnosi di demenza allo stadio iniziale e formulare piani di cura;
  • utilizzare, nelle località con scarse risorse, le linee guida per la diagnosi recentemente sviluppate dall’OMS dirette agli operatori non specializzati;
  • rendere nota il più possibile la disponibilità di interventi basati sull’evidenza efficaci per migliorare le funzioni cognitive, trattare la depressione, ritardare l’istituzionalizzazione del malato e migliorare l’umore del familiare;
  • aumentare gli investimenti per la ricerca, con l’obiettivo di testare l’efficacia di trattamenti farmacologici e non farmacologici specifici per soddisfare i bisogni delle persone ai primi stadi della malattia.
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Ultimo aggiornamento di questa pagina 15 settembre 2011