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PER LOTTARE INSIEME



Grazie per aver pubblicato la mia lettera: non so quante persone si siano identificate in quella che è
la mia condizione familiare e morale, ma sono certa che tramite essa, qualcuno si è sentito meno solo,
come adesso lo sono io.
Le scrivo perché vorrei poter fare qualcosa di più; sembrerà assurdo, con tutti i problemi che ho, ma c’è in me una forza che mi spinge ad andare sempre oltre, a cercare e realizzare un qualcosa di più concreto, un sostegno, reale e tangibile per tutte quelle persone che si imbattono nella durissima e difficilissima prova di stare accanto ad un malato di Alzheimer.
Qui, dove vivo io (Comiso, provincia di Ragusa), ma sono certa in tutto il meridione, non c’è niente, non c’è neanche (e questo è importantissimo) lo stimolo, la voglia, la motivazione, il desiderio di cercare, incontrare, scambiare.
Ciascuno è rinchiuso nella propria solitudine, nella profonda amarezza, nella rabbia e nel rancore; ci si sente diversi, giudicati da persone ottuse, ignoranti e socialmente tarati.
La diffidenza e i pregiudizi regnano sovrani. Eppure, quando tutti i soci dell’A.V.O. di Comiso hanno letto la mia lettera e hanno dato uno sguardo, molto attentamente al Notiziario che avete inviato loro sono rimasti molto colpiti, anche perché non avevano la più pallida idea di cosa significasse Alzheimer.
Ecco cos’è importante!
Sensibilizzare, far conoscere e far uscire da stupidi pregiudizi le persone, anche quelle non coinvolte personalmente, creare un punto di ritrovo o un qualcosa che ci permetta di incontrarci, e perché no, promuovere idee e progetti in grado di aiutarci concretamente.
Maria Concetta Vaccarino


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