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DOBBIAMO COMBATTERE QUESTA MALATTIA



Dopo circa 14 anni di malattia mia nonna, malata di Alzheimer, se n'è andata. Anche se per me, suo nipote, che l'aveva conosciuta praticamente già malata, questo momento è stato molto duro, ancora più difficile è stato per mia madre.
Quello che pensavo in quei momenti precedenti al funerale era che io piangevo la mia nonna che non ho mai potuto conoscere veramente, con cui non ho mai potuto stringere un vero rapporto umano. Quanto avrei voluto avere la possibilità di conoscerla come veramente era e non erosa da questa malattia, che fino alla fine non le ha permesso di vivere, di pensare, di provare appieno gioie e dolore.
Mia madre invece piangeva la sua mamma che ha conosciuto quando era giovane e stava ancora bene, ma anche l'altra mamma, quella malata che si spegneva giorno per giorno. Anche nella malattia mia nonna riusciva ad essere presente, in qualche modo, e riusciva a farsi voler bene da tutti, nella sua infantile tenerezza e dolcezza.
Purtroppo questa malattia mi ha portato a soffrire per la mancanza di mia nonna anche quando lei era ancora viva, ma malata, sono stati 14 anni di sofferenza e tristezza immensa.
L'unica cosa che adesso mi consola un po' è che lei adesso è libera dalla sua malattia e non soffre più. Ma il dolore per non aver avuto la fortuna di conoscerla, è qualcosa che mi rimarrà sempre nel cuore.
Ci vuole molta forza a convivere con questa malattia, ma a volte la forza non è abbastanza. Allora credo che noi dovremmo combattere questa malattia, senza aspettare che ci "colpisca" in prima persona, cercare di aiutare la ricerca a trovare una soluzione, perché il dramma che noi stiamo vivendo non debba essere più vissuto da nessun'altra persona.

Paolo


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