Logo Alzheimer Italia

NON COMMETTETE I MIEI STESSI ERRORI



Sono Nicola ed ho 44 anni; ero figlio fino a circa 25 giorni fa di una mamma malata di Alzheimer dico ero perché il 31 agosto 2008 il buon Dio ha deciso di chiamarLa a sé.
Scrivo queste due righe affinché non si commettano i miei stessi errori.
Mia madre era affetta da questa malattia subdola sin dall'età di 54 anni ed è volata via all'età di 67 anni.
In tutti questi anni ho lottato contro chiunque e soprattutto contro i medici per far capire loro che mia madre era un essere vivente e non un peso per la società. Grazie alle mie sorelle l'abbiamo accudita in casa in ogni sua esigenza dedicandogli tempo ed amore ma ciò non è bastato. E' bastato che abbia avuto una infiammazione polmonare e che lungo il nostro cammino ci si sia interposto un medico che più che medico era un contabile. Perché un contabile? perché anziché anteporre la salute della paziente ha anteposto le logiche dei posti letto disponibili.
"Mia madre fu ricoverata in un reparto di medicina perché non vi erano posti letto disponibili in pneumologia in quanto a causa delle ferie il personale paramedico (infermieri) non era in numero sufficiente per i 20 posti letto previsti, ma ne erano attivati solo 8 e questi tutti occupati. Pazienza!!
Vorrà dire che la ricoveriamo in medicina. E qui finalmente abbiamo trovato posto. Ma anche qui sono nati problemi, perché mia madre non poteva essere ricoverata più di 15 giorni per ragione di posti e quindi l'hanno dovuta dimettere. Ma alla dimissione doveva fare seguito comunque la cura poiché dall'ultimo accertamento (tac)l'infiammazione non era del tutto scomparsa. Non vi preoccupate ci dissero, vedrete che con l'ADI (Assistenza Domiciliare Indiretta) risolverete tutti i vostri problemi.
Infatti di problemi ne abbiamo avuti tanti. Ad esempio la cura prevedeva la somministrazione di determinati farmaci ogni giorno mattina e sera per altri 15 giorni (flebo, ossigeno etc.) ma l'ADI garantiva il servizio solo la mattina ed inoltre il sabato e la domenica tale servizio non garantiva l'assistenza.
Alla domanda come mai? classica risposta "non abbiamo personale disponibile", inoltre per reperire i medicinali abbiamo dovuto lottare contro la burocrazia.
Credetemi è stata una guerra continua, una guerra contro coloro a cui bastasse che io dicessi che era una persona affetta da Alzheimer ed ecco che si trattava di una paziente di serie B.
Vi dicevo all'inizio, "per non commettere i miei stessi errori" ebbene di errori ne ho commessi e ne ho commessi tanti. Il primo tra tutti è stato quello di non aver urlato ai quattro venti che chi soffre di questa patologia non è un malato di serie B e soprattutto non è un peso per la società ed infine di essermi rassegnato ad accettare quello che è successo e di non aver avuto la forza di lottare.
Scusatemi se vi ho rubato del tempo prezioso, ma ho voluto raccontare questa mia testimonianza affinché altri miei amici e colleghi non commettano gli stessi miei errori.
Ricordatevi che finché c'è vita c'è speranza e non perdetela davanti al classico burocrate dell'ASL.
Grazie

Nicola


Ritorna alla Sala di scrittura


Ultimo aggiornamento di questa pagina 13 aprile 2009