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GRAZIE DI TUTTO, MAMMA



Cara mamma, ti stai accorgendo di essere malata. Tu che con due figli piccoli hai dovuto lottare da sola dopo la prematura morte di papà, con una grinta formidabile, ora hai paura di tutto. Come un bimbo sgomento sussulti se qualcuno entra nella tua stanza. Lo squillo del telefono, che ormai quasi non usi, ti rende irascibile; le normali occupazioni della tua vita da casalinga sono, per quanto tu tenti ancora di svolgerle, un peso enorme. Ma il peso che ti affanna di più lo provi in quegli istanti in cui senti di dover gettare la spugna: non vuoi. Hai navigato, sola, una vita intera. A 84 anni non vuoi cedere il comando, quell'autorità che un dolore dignitoso e austero ti ha messo in mano.
La tua Firenze, la tua vita di bimba vivace e intelligente sono i ricordi a cui ti aggrappi per sentire ancora pulsare la vita dentro di te. Ti ostini a ripetere di star bene, di sentirti solo un po' giù di tono. Con quanta diligenza chiedi il "Memac", per guarire "da un po' di confusione nel ricordare le cose, acciacco comune a tutti gli anziani". Ma come ti vedo disorientata, insicura! A volte, per qualche momento, mi sembra di recuperarti: é solo una brevissima illusione. Non sarebbe meglio parlare insieme, senza tanta discrezione? Ti senti sola in un universo misterioso e caotico. Dillo, ci sono. Ti osservo e ti ascolto: come piangevi di rabbia ieri, dicendo: "Sempre sola!" Hai perso tanti affetti, troppo presto. La malattia ti offusca quelli, per te essenziali, che restano. Te ne rendi conto ed é tristissimo per tutti. Ogni giorno do un piccolissimo addio a una mamma meravigliosa, un addio consapevole e straziante.
Grazie di tutto, mamma. Grazie del tuo arrabbiato non volerti arrendere: continui ad offrire il tuo costante esempio di vita. Ti voglio bene, ora e sempre.

Franca


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Ultimo aggiornamento di questa pagina 31 gennaio 2009