Logo Alzheimer Italia

COME BIBI, ANCH'IO NON CREDEVO .....



Come Bibi, anch'io non credevo di dover arrivare a cercare in rete altri compagni di questa strada in discesa.
Non sono una figlia, ma la sorella piccola, con oltre 20 anni meno, di una sorella "grande" in tutti i sensi, che mi ha allevata, aiutata, confortata.
Da due anni e mezzo la mia "roccia" è una piccola creatura indifesa, nelle mie mani che erano incapaci, nel mio cuore che non sa accettare.
Non mi manca il lavoro che ho lasciato, i viaggi finiti, le relazioni spezzate.
Mi manca "dialogare" con lei.
Scorrono parole che non so fin dove comprende, filastrocche d'un tempo, preghiere, canzoncine di bambine.
E tante volte la sua richiesta: "Mi vuoi bene, mamma?"
E poi, come un volo di rondini, improvvise altre parole, a volte cattive.
Ma se il mio sguardo è duro negli occhi le si apre la paura, a volte l'angoscia diventa un grido, un singhiozzo.
Ho riempito la casa delle sue foto di donna bella, nei suoi viaggi, nella sua casa.
Nelle notti che sono giorni di dolore più profondo, mi divora il rimpianto di non aver compreso, di non essermi fermata ad ascoltarla quando mi cercava, aspettava al ritorno dal lavoro. Di essere stata dura. Ma per me non poteva diventare "senza mente" chi aveva una memoria che è stata per me segno e insegnamento.
Il passo del tempo non torna indietro.
Un giorno si spegnerà anche il piccolo lumicino che talvolta dà un breve barlume.
Eppure in questo vagare nel dolore, nella solitudine, nella paura, dove non vi sono spazi di consolazione, credo di cominciare a conoscere l'amore e l'umiltà, che non hanno visitato in passato la mia vita.

Caterina


Ritorna alla Sala di scrittura


Ultimo aggiornamento di questa pagina 14 febbraio 2009