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PER CHI ASSISTE IL MALATO

PARTE SECONDA
Vita quotidiana

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Rapporti con i bambini e i ragazzi
Mi sembra che dovrei essere triste per la nonna, perché le voglio molto bene. Ma qualche volta non la sopporto più, perché lei vive con noi. Ha cambiato tutta la mia vita. Devo dividere la stanza con mio fratello e sopportare tutto il tempo le domande di mia nonna. Qualche volta mi sento in colpa, perché non lo fa apposta. Ma sto meglio quando posso prendere da parte mia madre e sfogarmi con lei.
Mio nonno vive con noi e certe volte fa delle cose che sono veramente imbarazzanti. Una volta avevo invitato un gruppo di amici e lui entrò e cominciò a spogliarsi! Io mi sentivo troppo in imbarazzo per spiegare e per settimane tutti mi hanno riso dietro a scuola. Alla fine ho spiegato loro che aveva la malattia di Alzheimer e allora la maggior parte di loro sono diventati gentili.
Mi sembra di essere molto cambiata. Non mi sento più una ragazza di 14 anni dentro di me. La mamma mi trattava ancora come una bambina. Tutto il suo tempo e le sue energie ruotavano intorno a papà. Finalmente questo ebbe fine un giorno che le dissi che mi sembrava di perdere lei come avevo perso papà. Parlammo fino alle due di notte. Adesso parliamo molto insieme e lei mi tratta di più come una persona adulta.
Aiuto il papà ad assistere la mamma ogni sera, dopo i compiti. Mia sorella non aiuta mai. Lei è più grande di me e si preoccupa solo di uscire tutte le sere. Pensavo che non gliene importasse nulla. Ma una sera ne abbiamo parlato e lei è davvero sconvolta - forse più di me. Piangeva e diceva che le manca tanto la mamma com'era prima e che le fa male starle accanto. Sono sempre dell'idea che potrebbe aiutare di più, però adesso la capisco meglio.
 

Che il malato viva da solo o con in familiari, può darsi che i nostri figli trovino difficile sopportare le difficoltà di chi ha un familiare malato di demenza. La seconda parte di questo capitolo analizza il problema di come informare i bambini e gli adolescenti sulla demenza e di come aiutarli a affrontare i problemi che ne derivano.
I ragazzi possono avere un effetto tranquillizzante sui malati di demenza. Riescono anche ad essere molto affettuosi e pazienti, quando hanno capito di che cosa si tratta. Molti genitori non lo capiscono e tendono a proteggerli, talvolta facendo finta che tutto vada bene. Ma la maggior parte dei ragazzi si accorge ben presto che c'è qualcosa che non va e reagiscono in modo diverso. Alcuni possono pensare che hanno fatto qualcosa di sbagliato, altri si spaventano per la stranezza e singolarità del comportamento del malato.


 
Come aiutare i ragazzi quando un familiare soffre di demenza
 
  • Parlare con loro e incoraggiarli a fare domande dando loro spiegazioni semplici e sincere
  • Incoraggiarli a parlare con i loro amici e con gli insegnanti


Come aiutare i ragazzi quando un familiare soffre di demenza
Parlare con loro e incoraggiarli a fare domande dando loro spiegazioni semplici e sincere
Si possono fornire ai ragazzi testi appropriati da leggere per documentarsi e parlare loro della demenza, incoraggiandoli a fare domande. Le nostre risposte devono essere per quanto possibile semplici e sincere: spiegare i cambiamenti di comportamento man mano che si presentano. Poiché si è sempre più assorbiti dall'assistenza al malato, può succedere che talvolta si trascurino i bisogni dei figli o si sottovalutino i loro problemi. Dobbiamo quindi cercare di prestar loro l'attenzione dovuta.
È opportuno ricordare ai ragazzi che il comportamento del malato è una conseguenza della malattia e non è rivolto contro di loro. Alcuni ragazzi più giovani pensano di aver fatto o detto qualcosa che ha scatenato la malattia e debbono essere rassicurati al riguardo.
Talvolta può essere preferibile che sia un altro familiare a spiegar loro le cose. Durante il corso della malattia, possono cambiare i rapporti interpersonali tra i membri della famiglia; alcuni legami si allentano, altri si stringono.
Incoraggiarli a parlare con i loro amici e con gli insegnanti
È buona prassi incoraggiare i nostri ragazzi a spiegare ai loro amici e agli insegnanti che cos'è la demenza e che cosa provano. Spesso i ragazzi si sentono imbarazzati di fronte ai loro coetanei per i comportamenti strani del malato. Possiamo aiutarli a spiegare la situazione, facendo al tempo stesso in modo che gli amici si sentano bene accolti e a proprio agio nella nostra casa.
Quando gli insegnanti sono al corrente della situazione, possono aiutare nostro figlio concedendogli del tempo in più per i compiti a casa o dandogli una mano per risolvere le difficoltà a scuola; potrebbero anche suggerire un supporto psicologico.

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Ultimo aggiornamento di questa pagina 18 dicembre 2008